Itaca mia, Sicilia mia!

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Quando ti metterai in viaggio per Itaca
devi augurarti che la strada sia lunga,
fertile in avventure e in esperienze.
I Lestrigoni e i Ciclopi
o la furia di Nettuno non temere,
non sara` questo il genere di incontri
se il pensiero resta alto e un sentimento
fermo guida il tuo spirito e il tuo corpo.
In Ciclopi e Lestrigoni, no certo,
ne’ nell’irato Nettuno incapperai
se non li porti dentro
se l’anima non te li mette contro.

Devi augurarti che la strada sia lunga.
Che i mattini d’estate siano tanti
quando nei porti – finalmente e con che gioia –
toccherai terra tu per la prima volta:
negli empori fenici indugia e acquista
madreperle coralli ebano e ambre
tutta merce fina, anche profumi
penetranti d’ogni sorta; piu’ profumi inebrianti che puoi,
va in molte citta` egizie
impara una quantita` di cose dai dotti.

Sempre devi avere in mente Itaca –
raggiungerla sia il pensiero costante.
Soprattutto, non affrettare il viaggio;
fa che duri a lungo, per anni, e che da vecchio
metta piede sull’isola, tu, ricco
dei tesori accumulati per strada

senza aspettarti ricchezze da Itaca.
Itaca ti ha dato il bel viaggio,
senza di lei mai ti saresti messo
sulla strada: che cos’altro ti aspetti?

E se la trovi povera, non per questo Itaca ti avra`
deluso.

Fatto ormai savio, con tutta la tua esperienza addosso
gia` tu avrai capito cio` che Itaca vuole significare.

-Costantino Kavafis-


Sto diventando una drogata del tasto “aggiungi commenti”?!

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Non importa che non ti abbia,
non importa che non ti veda.
Prima ti abbracciavo,
prima ti guardavo,
ti cercavo tutta,
ti desideravo intera.
Oggi non chiedo più
né alle mani, né agli occhi,
le ultime prove.
Di starmi accanto
ti chiedevo prima,
sì, vicino a me, sì,
sì, però lì fuori.
E mi accontentavo
di sentire che le tue mani
mi davano le tue mani,
che ai miei occhi
assicuravano presenza.
Quello che ti chiedo adesso
è di più, molto di più,
che bacio o sguardo:
è che tu stia più vicina
a me, dentro.
Come il vento è invisibile, pur dando
la sua vita alla candela.
Come la luce è
quieta, fissa, immobile,
fungendo da centro
che non vacilla mai
al tremulo corpo
di fiamma che trema.
Come è la stella,
presente e sicura,
senza voce e senza tatto,
nel cuore aperto,
sereno, del lago.
Quello che ti chiedo
è solo che tu sia
anima della mia anima,
sangue del mio sangue
dentro le vene.
Che tu stia in me
come il cuore
mio che mai
vedrò, toccherò
e i cui battiti
non si stancano mai
di darmi la mia vita
fino a quando morirò.
Come lo scheletro,
il segreto profondo
del mio essere, che solo
mi vedrà la terra,
però che in vita
è quello che si incarica
di sostenere il mio peso,
di carne e di sogno,
di gioia e di dolore
misteriosamente
senza che ci siano occhi
che mai lo vedano.
Quello che ti chiedo
è che la corporea
passeggera assenza,
non sia per noi dimenticanza,
né fuga, né mancanza:
ma che sia per me
possessione totale
dell’anima lontana,
eterna presenza.

Nonostante sia consapevole che il titolo non abbia molto a che fare con la poesia, alla fine è vero, mi sono catapultata in un vecchio mondo, da cui ero stata distratta. E se è vero che le mode nel tempo si ripetono, allora, non c’è nulla di male a ritornare ad un vecchio amore. I blog. Non so se si possa considerare un vecchio amore, dato che ho seri problemi con la pratica tecnologica, ma per qualche minuto voglio peccare di presunzione e definire questo istante come mi pare.
Ho scoperto in questi ultimi due anni invenzioni pazzesche, come la radio; cioè, sapevo che esisteva, ma non le davo peso, se non per mettere un sottofondo alle mie passeggiate in macchina o in bagno, mentre mi preparo al mattino. Adesso non è così. Ho scoperto di poter fare a meno di molte cose, o almeno ci provo. La televisione, non c’è che dire, è uno strumento ottimo, ma spesso pieno di spazzatura. Mentre la radio è un mix di suoni, di emozioni. Proprio così! Adesso, mi piace aspettare che si faccia l’ora giusta per ascoltare i programmi che preferisco e il viaggio non è più una meta fine a se stessa, ma un momento per me. Ci sono deejay che non passano solo un miscuglio di canzoni senza storia, anzi, c’è chi sa fare davvero bene il suo mestiere, chi ama spiegare il perchè di una canzone, di un libro, di una battuta, di una poesia. E così io sto imparando ad ascoltare, ad apprezzare. Sto imparando cosa spinge autori come Salinas, come Neruda, come Merini a scrivere, a raccontare di se. Sto apprezzando i monologhi di film vecchi e nuovi. Sto amando la storia di vecchi "rockers" che hanno fatto la musica. Sto amando!
No, non sono impazzita, ma ho capito cosa si prova ad assaporare tutte le arti che ci sono state date.
Non credo voglia dire essere cresciuti e forse neanche cercare la perfezione; quella sono certa che non esisterà mai, perchè dovremmo sempre essere spinti a cercarla. Piuttosto credo di raccogliere troppo tardi i frutti di un passato, che stanno colmando i vuoti e le lacune.
Ho ripreso a leggere libri, che non credevo potessero piacermi, anche se non sempre riesco a leggerne uno alla settimana e anche meno come mio padre. Però ci provo, e ho capito che in fondo, è quello che conta nella vita. Non bisogna mai rinunciare a nulla! Potrà sembrare un discorso già sentito, ma aver capito cosa vuol dire ascoltare e non sentire, mi ha dimostrato che, pur essendoci mille volte del marcio, c’è anche mille volte del sano. So che è da presuntuosi, ma voglio riprendere ciò che ero e vedere come si evolverà il futuro. Non pretendo nulla dagli altri, ma è giusto che pretenda moltissimo da me e non mi arrendo!
A buon intenditore, poche, ma buone parole! Animoticon

“Sogno di libertà”

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Se un giorno tornerò alla vita

la mia casa non avrà chiavi:
sempre aperta, come il mare,
il sole e l’aria.

Che entrino la notte e il giorno,
la pioggia azzurra, la sera,
il pane rosso dell’aurora;
la luna, mia dolce amante.

Che l’amicizia non trattenga
il passo sulla soglia,
né la rondine il volo,
né l’amore le labbra. Nessuno.

La mia casa e il mio cuore
mai chiusi: che passino
gli uccelli, gli amici,

e il sole e l’aria.

Qua…drato…dro…drilatero…Quattro!

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Poi, una notte di settembre me ne andai…

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…Da questo momento mi tolgo ogni armatura, ogni protezione. Con questo non ti sto dicendo "viviamo insieme". Ti sto dicendo "viviamo". Punto.
Non sono innamorato di te…io ti amo. Per questo sono sicuro. Nell’amare ci può anche essere una fase di innamoramento, ma non sempre nell’innamoramento c’è vero amore. Io ti amo. Come non ho mai amato nessuno prima. E sono anche innamorato di te…
F.V.

Variamo sempre un po’ di più…

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When you were here before

Couldn’t look you in the eye


You’re just like an angel


Your skin makes me cry


You float like a feather


In a beautiful world


And I wish I was special


You’re so fuckin’ special…